domenica 29 novembre 2009

San Francesco Antonio Fasani

Lucera, 6 agosto 1681 - Lucera, 29 novembre 1742

Francesco Antonio Fasani, chiamato dai lucerini familiarmente “Padre Maestro”, nacque a Lucera, il 6 agosto 1681, da umili e modesti lavoratori : Giuseppe Fasani e Isabella Della Monica. Battezzato il 10 agosto con i nomi di Donato Antonio Giovanni Nicolò, era chiamato da tutti, familiarmente,“Giovanniello”.
Quando era ancora piccolo, il padre morì e sua madre Isabella, fu costretta a risposarsi con Francesco Farinacci, anch’egli un buon cristiano come il defunto Giuseppe. Giovanniello entrò molto giovane nell’Ordine di S. Francesco, tra i Minori Conventuali del convento di Lucera e vi rifulse per innocenza di vita, spirito di penitenza e povertà, ardore serafico e zelo apostolico, sì da sembrare un “S. Francesco Redivivo”.
Il 23 agosto 1695 entrò nel noviziato dei Frati Minori Conventuali di Monte Sant’Angelo, prese il nome di Francesco Antonio e il 23 agosto 1696 vi emise la professione solenne.
Il giovane frate Francesco Antonio completò gli studi umanistici e frequentò i corsi filosofici nei seminari della sua Provincia religiosa. Successivamente iniziò i corsi di teologia nello Studio di Agnone, lì proseguì nello Studio Generale di Assisi presso la Tomba di S. Francesco, dove ricevette l'ordinazione sacerdotale l’11 settembre1705; e sempre in Assisi frequentò pure il Corso teologico accademico fino al 1707.
Il tirocinio degli studi, espletato con impegno e con vivo desiderio di assimilare il valore salvifico dei misteri della fede, lo resero “profondo in filosofia e dotto in teologia”, come attesterà ai Processi Canonici il Antonio Lucci, Vescovo di Bovino, che era stato suo condiscepolo ed emulo nell'esercizio delle virtù religiose. Nel contempo attraverso una intensa formazione spirituale, coadiuvata da illuminati maestri di spirito, progrediva nella vita di unione con Dio configurandosi al Signore nella consacrazione religiosa e nel carisma sacerdotale.
Dal 1707 fino alla morte, per trentacinque anni continui, visse a Lucera rendendo splendida testimonianza di vita evangelica e di zelante ministero pastorale, e per questo ammirato dai fedeli di Lucera, di tutta la Daunia e del Molise. Nell'ambito del suo Ordine Francescano ricoprì uffici di particolare responsabilità. Valente lettore di filosofia scolastica e stimato maestro dei giovani novizi e professi, diede notevole impulso alla formazione spirituale e dottrinale dei confratelli.
Nel 1709 conseguì la laurea in teologia, e da allora il Padre Fasani venne comunemente chiamato con l'appellativo di “Padre Maestro”, titolo che ancora oggi gli viene attribuito a Lucera. Esercitò con carità e saggezza gli uffici di superiore locale e provinciale dimostrandosi efficace animatore della vita religiosa dei confratelli.
Scrisse alcune operette predicabili, tra cui un Quaresimale, un Mariale, una esposizione al Pater e al Magnificat, e vari Sermoni di cui alcuni in lingua latina. Suo principale intendimento nel predicare era quello di “farsi capire da tutti”, come nella sua modestia era solito dire; la sua catechesi, tipicamente francescana, era rivolta di preferenza all'umile popolo verso cui si sentiva particolarmente attratto. Inesauribile fu la sua carità verso i poveri e sofferenti; fra le varie iniziative, promosse la simpatica usanza di raccogliere e distribuire pacchi-dono ai poveri in occasione del S. Natale. Ma il suo zelo e la sua carità sacerdotale rifulsero in modo singolarissimo nell'assistenza ai carcerati e ai condannati che accompagnava personalmente fino al luogo del supplizio per confortarne gli estremi momenti.
Fu devotissimo dell'Immacolata Concezione: alle anime che egli dirigeva era solito inculcare gli atti di ossequio alla Madonna e la meditazione delle sue virtù. Anche oggi è oggetto di particolare venerazione, nella chiesa di S. Francesco, la bella statua dell'Immacolata che fece venire da Napoli; il popolo canta tuttora la canzone mariana da lui composta.
Morì a Lucera il 29 novembre 1742, il primo giorno della novena dell'Immacolata.

Dopo la morte, per oltre due secoli, continuò a rimanere nell’ombra, conosciuto ed amato solo dai suoi compaesani che godevano, di generazione in generazione, del suo aiuto e della sua potente protezione.
Fu beatificato da Pp Pio XII il 15 aprile 1951. Il 13 aprile 1986, all’interno della Basilica di San Pietro, Papa Giovanni Paolo II lo dichiarò santo.

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