giovedì 31 luglio 2014

Preghiera mattutina-16

17-ott-2011 
Signore, tu ci rendi giusti per mezzo della fede e ogni volta che mi rivolgo a te nell'intercessione, mi ricordo che tu hai detto che la preghiera del giusto aveva una grande efficacia. 
Io non posso avvalermi delle mie azioni, e neppure della mia fedeltà per reclamare da te qualcosa, ma invoco la tua giustizia, invoco te che vivi in me e mi trasformi a poco a poco in una nuova creatura. 
Tu, dall'interno, fai rialzare ciò che è caduto e raddrizzi ciò che è storto. È così che io posso comprendere: "Il giusto vivrà per mezzo della fede".
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Preghiera mattutina-15

13-ago-2011 
Signore, insegnami a diventare simile ad un bambino di fronte a te, perdendo ogni mia arroganza e ogni mia durezza, ogni mio rancore e ogni mio complesso. 
Aiutami ad avere fiducia, ad essere dolce e sempre riconoscente per la formazione che ricevo dalla santa Madre Chiesa. 
Fa' che la mia fanciullezza d'animo si rinnovi sempre e che il mio spirito non invecchi mai. 
Possa io essere sempre desideroso di ascoltare la tua parola e di compiere tutti i miei doveri e le mie missioni alla tua presenza, avvolto dal tuo sguardo amoroso. 
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Commento al Vangelo 30-07-2014

Mt 13,44-46 
Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra q uel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. 

Le parabole del tesoro e della perla di grande valore ci ricordano che Gesù è il nostro tesoro: per possedere lui bisogna essere disposti a lasciare tutto e tutti. Possiamo rappresentarci questo tesoro come un cassone o un vaso di terracotta pieno di monete d’oro o di argento. Sotterrare tesori nel campo era considerato un deposito sicuro in tempi di guerra o di incertezza. Tesori nascosti potevano essere dimenticati per la morte dei legittimi proprietari che portavano con sé il segreto nella tomba. L’unico modo possibile per il lavoratore del campo per giungere a un possesso giuridicamente non impugnabile è l’acquisto del campo. Così egli vende tutto ciò che possiede per acquistare il campo e quindi il tesoro. Il regno di Dio è un tesoro già presente, sperimentabile, trasmissibile nella parola e nell’opera di Gesù. Esso viene incontro all'uomo per suscitare la sua gioia. 
L’uomo vende tutto ciò che ha perché orienta in modo nuovo la sua vita. 
Ai tesori della terra sostituisce il tesoro del regno dei cieli. Il vertice della parabola sta nella decisione dell’uomo davanti alla scoperta del tesoro: egli vende tutto ciò che ha allo scopo di ottenere il campo e di impossessarsi del tesoro. Esemplari in questa decisione immediata e senza ripensamenti sono i discepoli che, incontrando Gesù, sono disposti a lasciare tutto per seguirlo (Mt 4,18-22; 8,21-22; 9,9; 19,16-29). Si può immaginare con quale affanno si sia messo all’opera e di quanto ridicolo si sia coperto agli occhi dei benpensanti quest’uomo che vende tutto, casa e averi, per acquistare un pezzo di terra di poco o nessun valore, com'è ordinariamente in Palestina, brulla e infruttuosa. Alla stessa derisione sono condannati i figli del Regno. 
Essi hanno sì acquistato un bene di inestimabile valore, ma esteriormente, agli occhi degli altri, appaiono dei falliti, degli illusi. La loro ricchezza è sconfinata ma nascosta, traspare solo dalla grande gioia che trabocca dai loro cuori. La gioia, segno di ottimismo e di speranza, è il punto culminante del racconto L’espropriazione dei beni non è stata un sacrificio, ma un guadagno. Anche nella parabola della perla preziosa viene evidenziato il valore straordinario del regno dei cieli in rapporto ad ogni altro bene (cfr Mt 6,33). Anche qui il culmine del racconto sta nella decisione presa dal mercante di vendere tutto quello che possiede per comperarla. È da notare che nella parabola del tesoro nascosto l’uomo lo trova casualmente, mentre nella parabola della perla preziosa è l’uomo che va in cerca. 
Nella vita alcuni hanno incontrato Cristo senza averlo cercato (cfr Mt 4,18- 22; At, 9,1-9), altri lo hanno cercato, come Nicodemo (Gv 3,1-15). In ogni caso il cuore dell’uomo è inquieto finché non trova il suo tesoro e la sua perla preziosa che è Cristo. 
Essere cristiano è la grazia più grande. Di conseguenza la gioia dovrebbe essere il dato esistenziale cristiano, affinché non risulti vero l’amaro sarcasmo di Nietzsche: "Dovrebbero rivolgermi uno sguardo più redento, se vogliono che io creda al loro redentore". 
Padre Lino Pedron
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martedì 29 luglio 2014

Papa Francesco contro le guerre: «Fermatevi, per favore!»

Pace. Dal Papa sale forte un altro, forte e accorato appello a fare tacere le armi. All'Angelus in piazza San Pietro, Francesco ha ricorda lo scoppio della Prima guerra mondiale, di cui domani ricorre il 100° anniversario, invocando che non si ripetano gli sbagli del passato e si persegua la pace nel dialogo paziente e coraggioso. Pregando, poi, per le crisi in Medio Oriente, in Iraq e in Ucraina, implora: “fermatevi, per favore!”. 

Quell’ “inutile strage” – come la definì Benedetto XV – “causò milioni di vittime e immense distruzioni” dice il Papa: “Domani sarà una giornata di lutto nel ricordo di questo dramma. Mentre ricordiamo questo tragico evento, auspico che non si ripetano gli sbagli del passato, ma si tengano presenti le lezioni della storia, facendo sempre prevalere le ragioni della pace mediante un dialogo paziente e coraggioso”. 

Il pensiero del Papa è andato in particolare, “a tre aree di crisi: quella mediorientale, quella irachena e quella ucraina, per chiedere preghiere: “... perché il Signore conceda alle popolazioni e alle Autorità di quelle zone la saggezza e la forza necessarie per portare avanti con determinazione il cammino della pace, affrontando ogni diatriba con la tenacia del dialogo e del negoziato e con la forza della riconciliazione". 

“Al centro di ogni decisione – ha aggiunto Francesco - non si pongano gli interessi particolari, ma il bene comune e il rispetto di ogni persona”: “Ricordiamo che tutto si perde con la guerra e nulla si perde con la pace. Fratelli e sorelle, mai la guerra! Mai la guerra!”. 

Poi un pensiero accorato ai bambini, “ai quali si toglie la speranza di una vita degna, di un futuro”: “... bambini morti, bambini feriti, bambini mutilati, bambini orfani, bambini che hanno come giocattoli residui bellici, bambini che non sanno sorridere. Fermatevi, per favore! Ve lo chiedo con tutto il cuore. E’ l’ora di fermarsi! Fermatevi, per favore!”

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Commento al Vangelo 29-07-2014

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (11,19-27)
In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. Marta, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà”. Gesù le disse: “Tuo fratello risusciterà”. Gli rispose Marta: “So che risusciterà nell'ultimo giorno”. Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me non morrà in eterno. Credi tu questo?”. Gli rispose: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo”. 

COMMENTO AL VANGELO (Lc 10,38-42) - P. LINO PEDRON 
Ci sono molti impegni verso Dio e verso il prossimo, ma tra i tanti, il più importante è ascoltare la parola di Dio e metterla in pratica (Lc 6,47; 8,21; 11,28). L'importanza assoluta del servizio della parola di Dio emerge chiaramente anche dagli Atti degli apostoli: "Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense" (6,2). Il vangelo non vuole assolutamente frenare l'impegno delle buone opere, ma purificare l'azione nella contemplazione. 
Per essere come Gesù, dobbiamo essere "contemplativi nell'azione". Maria che ascolta e vede Gesù, realizza in sé la beatitudine del discepolo: "Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono" (Lc 10,23-24). Il vero discepolo ricorda l'insegnamento di Dio: "Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca del Signore" (cfr Dt 8,3; Lc 4,4). 
Questo brano insegna che la "parte buona" riservata ai leviti (Dt 10,9; Gs 18,7; Sal 16,5-6), ossia il culto dell'Antico Testamento, è sostituita con la "parte buona" del culto del Nuovo Testamento che è l'ascolto della parola di Dio in ogni luogo dove qualcuno è disposto a riceverla. Maria è la prima che obbedisce alla voce del Padre: "Questi è il mio Figlio, l'eletto: ascoltatelo" (Lc 9,35). La contemplazione e l'ascolto ai piedi del Signore è l'azione più grande dell'uomo: lo genera figlio di Dio (cfr 1Pt 1,23) e lo associa alla missione stessa di Gesù. 
Ogni missione parte da Gesù e ritorna ai piedi di Gesù. Marta è "tutta presa dai molti servizi". Gesù le dice: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose" (v.41). Gesù non rimprovera Marta, ma la esorta a diventare come Maria. Principio del servizio di Marta, fino a quando non diventa come Maria, è il proprio io. L'io religioso è il più duro a convertirsi: si ritiene nel giusto perché cerca di piacere a Dio e di sacrificarsi per lui. Si può arrivare anche all'eroismo di morire per gli altri (cfr Lc 22,23; 1Cor 13,3) pur di affermare il proprio io. 
Ma la salvezza non è morire per Dio, ma Dio che muore per noi. La peggiore empietà è quella del giusto che agisce per compiacere se stesso, condannando il prossimo e cercando anche l'approvazione di Dio (cfr Lc 18,9-14). E questo atteggiamento farisaico è presente anche in Marta (v.40). 
Nel capitolo 12 di questo vangelo Gesù insegnerà a tutti di non affannarsi per il mangiare e il bere: "Non cercate perciò che cosa mangerete e berrete, e non state con l'animo in ansia: di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno" (12,29). E ricalcherà anche l'insegnamento dell'"unica cosa di cui c'è bisogno" (v. 42), dicendo: "Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta" (Lc 12,31). Commentando questo brano di vangelo, sant'Agostino mette sulla bocca di Gesù queste parole, rivolte a Marta nei confronti della sorella Maria: "Tu navighi, essa è in porto". Il cuore di Maria è già dov'è il suo tesoro (cfr Lc 12,34). Il suo bene è stare vicino a Dio (cfr Sal 73,28).
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Splende il mattino

Mio Dio, sono risorto, e sono ancora con te!
Dormivo e giacevo come un morto nella notte.
Dio disse: «Sia la luce!», e io mi sono svegliato.
Sono in piedi e comincio il giorno che comincia.
Padre mio, che mi hai generato prima dell’aurora,
mi metto alla tua presenza.
Il mio cuore è libero,
il corpo e lo spirito sono a digiuno. 
Sono assolto da tutti i miei peccati 
che ho confessato a uno a uno. 
Sono come un essere innocente 
nella grazia che tu mi hai concesso.
La stella del mattino 
brilla solitaria nell’immenso oriente 
deserto e nuovo.
Il custode del mattino manda il suo canto, 
la Maddalena si affretta al sepolcro... 
Il tempo è breve, il sole sarà subito alto:
affrettiamoci al nostro lavoro.
Paul Claudel

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Preghiera del mattino 28/VII/2014

Signore, fa' che non disprezziamo gli umili inizi, che non consideriamo da nulla il più piccolo dei tuoi figli, poiché è stato detto che un bambino ci avrebbe guidati. 
Per rivelarci la forza del tuo amore, tu hai sempre scelto ciò che agli occhi degli uomini non ha valore. 
Come il più piccolo dei semi produce alberi grandi, così la tua potenza si manifesta nella debolezza. 
Concedici, Signore, una grande capacità di meravigliarci di fronte al più piccolo segno della tua presenza.
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domenica 27 luglio 2014

Preghiera mattutina-14

6-set-2013
Signore, padrone della messe, sposo delle nozze, tu inebri i tuoi invitati perché i tuoi moti d'amore sono migliori del vino. 
Noi ci inginocchiamo di fronte alla tua maestà. 
Primogenito di tutte le creature, primizia dei risorti dai morti, tua è la priorità in ogni cosa. 
Vero uomo e amico degli uomini, amante della loro anima e vero Dio tornato nella gloria del Padre, noi ci avviciniamo a te con la familiarità amorosa degli amici dello Sposo il cui solo timore è quello di essere separati da lui.
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Preghiera mattutina-13

10-ago-2011 
In questo giorno che comincia, noi ti preghiamo, Padre, di aiutarci a impiegare la giornata che ci doni per continuare a uccidere l'egoismo, come tuo Figlio ci ha insegnato. 
Fa' che sappiamo, come san Lorenzo, e attraverso la sua intercessione, riconoscere Cristo nell'Eucaristia, nella croce, nei poveri, e che assaporiamo questo incontro così da essere disposti ad offrire la nostra vita per lui. 
Te lo chiediamo con la stessa fiducia che lui ci offre, con il tuo Figlio e per il tuo Figlio Gesù Cristo.
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Preghiera del mattino 27/VII/2014

Signore, il mio desiderio di felicità è insaziabile. 
La mia felicità dipende dal trovare te, lo so. Ho fatto mia la frase del grande sant'Agostino: "Il nostro cuore non trova pace fino a quando non riposa in te, o Dio". 
Una nuova giornata mi aspetta. 
Ti prego, Signore, non lasciarmi affondare nell'indifferenza, ma tienimi sveglio. 
Fa' che io sia sempre alla ricerca e sempre in cammino. Fammi trovare il tesoro che mi hai destinato, e che riconoscerei come il mio bene più personale. 
Mostrami la perla che vale che le si sacrifichi tutto. 
Aiutami a non accontentarmi di sognarla, ma a decidere per lei quando sarà giunto il momento. 
Amen.
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sabato 26 luglio 2014

Preghiera mattutina-12

30-set-2013 
Signore, tu ci hai dato come esempio un bambino, perché solo se saremo umili e semplici entreremo nel tuo regno. 
Allontana da noi ogni tentazione dell'orgoglio e concedici di vedere il tuo volto in ogni uomo, affinché lo serviamo con amore.
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Preghiera mattutina-11

8-lug-2011 
In quest'ora mattutina, sii lodato e ringraziato, o Dio. Io ti ringrazio di poter vivere in un ambiente dove la nostra professione di fede non ci nuoce troppo. 
Penso questa mattina, davanti a te, ai tanti cristiani che sono esposti agli attacchi, alle minacce o alla tortura a causa della loro fede e del loro impegno a favore della giustizia. 
Sostienili. Ma non abbandonare neppure coloro che li perseguitano. 
Apri loro gli occhi alla verità e all'umanità. 
Sii oggi vicino a tutti coloro che hanno bisogno di essere incoraggiati e consolati.
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Preghiera del mattino 26/VII/2014

Un nuovo giorno di semina, o Signore, tu concedi alla mia vita. 
Anche oggi infatti tu mi chiami a collaborare con te nel seminare il bene ovunque il lavoro mi attende, come campo privilegiato della mia missione di uomo e di cristiano. 
Che io vinca, o Signore, il male che è in me, perché possa impedirlo negli altri. 
E cresca in me il bene seminato da te, perché cresca nella Chiesa e nel mondo.
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Messaggio Medjugorje del 25/7/2014

Cari figli! 

Voi non siete coscienti di quali grazie vivete in questo tempo in cui l’Altissimo vi dona i segni perché vi apriate e vi convertiate. 

Ritornate a Dio ed alla preghiera; nei vostri cuori, famiglie e comunità regni la preghiera perché lo Spirito Santo vi guidi e vi esorti ad essere ogni giorno, aperti sempre di più alla volontà di Dio ed al Suo piano su ciascuno di voi. 

Io sono con voi, e con i santi e gli angeli intercedo per voi. 

Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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Commento al Vangelo 25-07-2014

Mt 12, 1-8
In quel tempo, Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano. Ciò vedendo, i farisei gli dissero: “Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato”. Ed egli rispose: “Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti? O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato”. 

COMMENTO AL VANGELO - P. LINO PEDRON 
Gesù riporta il sabato alla sua vera funzione di spazio dell'azione di Dio nella storia dell'uomo. La vera misura dell'osservanza del sabato, cioè del proprio rapporto con Dio, non è il culto con tutte le sue prescrizioni ma la misericordia che si manifesta nelle opere d'amore verso i bisognosi. Gesù è il figlio dell'uomo signore del sabato: è lui l'inviato di Dio autorizzato a dirci cosa Dio vuole o non vuole, che cosa è più importante o meno importante. Per Dio la realtà più importante è l'uomo. 
L'uomo è più importante del tempio e più importante del sabato (Mt 2, 27). I farisei di allora e quelli di tutti i tempi partivano da un principio che sembra assolutamente giusto, ma che è completamente sbagliato: Dio è superiore all'uomo, quindi prima viene l'onore di Dio, poi il bene dell'uomo. 
A questo ragionamento soggiace la convinzione che l'onore di Dio, che è amore, possa trovarsi in conflitto col bene dell'uomo. La gloria di Dio, invece, è sempre il bene dell'uomo, come ci ricorda sant'Ireneo:" La gloria di Dio è l'uomo vivente". 
La signoria di Dio, padrone del sabato, si manifesta nell'amore e quindi la vera osservanza del sabato dev'essere una celebrazione dell'amore di Dio per l'uomo e dell'uomo verso il suo simile. La religione non consiste nell'osservanza arida e ossessiva della legge, ma nell'accogliere la misericordia di Dio e nel donarla agli altri. I farisei non hanno misericordia verso i discepoli di Gesù che hanno fame. La misericordia che si preoccupa della fame del prossimo è più importante del sacrificio, cioè dell'osservanza puramente letterale della legge del sabato. 
Il comandamento dell'amore è il criterio sul quale vanno valutati tutti gli altri: o sono manifestazioni d'amore o decadono. 
Il sabato (la domenica per noi cristiani) dev'essere il giorno della misericordia accolta e donata.
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giovedì 24 luglio 2014

Preghiera mattutina-10

17-ago-2011 
Signore, fa' che questa mattina io senta la voce della tua bontà amorosa: che non trascuri mai le tue ispirazioni e abbia, invece, sempre fiducia nella tua bontà. 
Insegnami a fare la tua volontà e a ricevere da te il frutto della tua vigna, che è il dono del tuo corpo e del tuo sangue, perché tu sei il mio Signore e il mio Dio.
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Preghiera mattutina-9

25-lug-2011 
Nella festa del tuo apostolo Giacomo, aiutami, Signore, a ricordarmi che tu mi insegni ad amare. 
E se anche "possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla". 
Non permettere mai che dimentichi fino a che punto ti sei umiliato per salvarci e che, se vogliamo seguirti, anche noi dobbiamo fare lo stesso. 
Aiutami a portare la mia croce, senza rumore e senza clamore, all'ombra della tua croce, e liberami dalla presunzione che mi tiene lontano da te.
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Preghiera del mattino 24/VII/2014

Eccoci, Signore, anche questo mattino davanti a te, che ci hai conservato in questa vita. 
Concedici di restare sempre aperti alle sorprese inattese di questo nuovo giorno e dacci di vedervi i celesti misteri del tuo amore. 
Fa' che possiamo gustare la beatitudine di occhi che sanno vedere e di orecchi che sanno ascoltare. 
Anche in questa giornata intrattieni la nostra libertà e la nostra libertà intrattenga te, nostro Dio e Padre. 
Amen.
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lunedì 21 luglio 2014

Preghiera mattutina-8

7-feb-2013 
Gli apostoli proclamavano che bisognava convertirsi. 
Convertirsi è mettere a posto una situazione, è invertire la rotta, girare per non continuare più nella direzione sbagliata. 
Ogni giorno incrocio centinaia di persone che vanno al loro lavoro, che ne ritornano, che sono indaffarate, che fanno i loro acquisti, che vanno a divertirsi... 
Ma in quale direzione vanno? E io stesso, vi penso abbastanza? So da dove vengo, so dove devo andare? 
Vengo da Dio, devo andare verso di lui. Signore, che io venga verso di te attraverso tutti questi fratelli e sorelle che hai messo sul mio cammino. 
Che io sia per loro un indicatore della buona strada.
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Preghiera mattutina-7

19-lug-2014 
Dio, tu ci conosci a fondo, tu sai fino a che punto abbiamo bisogno di essere convertiti. 
Ma noi abbiamo paura di cambiare. 
Eppure tu vieni verso di noi con la tua parola buona e generosa. 
Fa' che oggi non ci sottraiamo, che siamo aperti e pronti a ricevere la tua parola, in Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore, che vive con te nell'unità dello Spirito Santo, e regna per l'eternità.
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Preghiera del mattino 21/VII/2014

Signore, conoscere te è la vita eterna, servirti è la pace perfetta. 
Difendici, ti preghiamo, dagli assalti dei nemici che tentano di allontanarci da te, unico vero Dio, che ti sei rivelato a noi in Gesù crocifisso e risorto. 
Fa' che oggi la nostra ricerca di te sia autentica, che le nostre azioni siano secondo la tua volontà. 
Noi vogliamo ascoltare la tua parola per vivere quella economia umile e nascosta del regno che essa ci insegna, ma siamo consapevoli della nostra fragilità e delle nostre debolezze. 
Vieni in nostro soccorso e vinci in noi ogni egoismo e ogni chiusura. 
Te lo chiediamo per Cristo Gesù nostro Signore. Amen.
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giovedì 17 luglio 2014

Preghiera mattutina-6

19-set-2012 
Sii benedetto per la tua Chiesa indivisa, "colonna e sostegno della verità". In essa la nostra fede è confortata, la speranza ravvivata, la carità infiammata. 
In essa riceviamo il Corpo e il Sangue prezioso dell'Agnello, che ci preservano dal portare amari frutti e riempiono invece la nostra vita della realtà gioiosa della risurrezione. 
Chiesa, Corpo di Cristo, fonte inesauribile di gioia, Chiesa senza macchie né difetti, Chiesa uscita dal Cuore dell'Unigenito, in te io respiro profondamente; di te io dico senza reticenza che sei santa e bella e che nel tuo grembo materno io ricevo il puro dono venuto dal cielo, lo Spirito Santo.
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Preghiera mattutina-5

2-set-2012 
Gesù, Figlio del Dio vivente, solo la tua grazia può salvarmi e liberarmi. 
Tu sai quanto sia debole la mia volontà e quanto sia incostante il mio cuore. 
Il mio passato mi domina, le mie abitudini mi limitano, la tentazione mi attira, il futuro mi fa prigioniero della paura e dell'ansia. 
Ma tu sei la mia speranza, tu sei il mio liberatore. 
Tu che puoi, non lasciare che io sia sconfitto nella lotta, non lasciare che io accetti la mediocrità come criterio sufficiente per essere tuo discepolo. 
Colma il mio cuore della tua grazia e allora sarò davvero libero! 
Io te lo chiedo, o Salvatore risorto, perché ora tu regni col Padre nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
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Commento al Vangelo 17-07-2014

Dal Vangelo secondo Matteo (11, 28-30) 
In quel tempo, Gesù disse: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”. 

COMMENTO AL VANGELO - P. LINO PEDRON 
Gli affaticati e gli oppressi sono coloro che penavano sotto le pesanti prescrizioni della legge e che si sentivano smarriti davanti alla dottrina difficile e complicata dei rabbini. Gesù invita tutti costoro a cercare nel suo vangelo la vera volontà di Dio: una volontà esigente, ma lineare e semplice, alla portata di tutti. 
Gesù si definisce mite e umile di cuore. Mite significa l'atteggiamento di Gesù nei confronti degli uomini, un atteggiamento lineare, coraggioso ma non violento; misericordioso, tollerante, pronto al perdono, ma anche severo ed esigente. Umile indica l'atteggiamento ubbidiente e docile alla volontà del Padre: un atteggiamento interiore, libero e voluto. 
Il "riposo" che Gesù offre, corrisponde alla promessa biblica di pace e felicità. Al seguito di Gesù, la volontà di Dio non è più un giogo oppressivo e duro, ma genera già ora quella pace gioiosa promessa agli umili e ai miti, garanzia della salvezza definitiva. 
Gli insegnamenti degli scribi e dei farisei, invece, sono "pesanti fardelli che impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito" (Mt 23,4) e producono allontanamento da Dio e disperazione di potersi salvare. 
Al contrario, il "carico" di Gesù è leggero; la religione cristiana non consiste nell'osservanza della legge giudaica ma nell'entrare nel rapporto del Figlio con il Padre assumendo l'atteggiamento dei piccoli. Tutti coloro che sono disillusi da ogni forma di religione che non salva e appesantisce la vita sono invitati a seguire Gesù che porta al mondo la religione vera e definitiva. 
Gesù si presenta "mite e umile di cuore". Mite significa il suo atteggiamento accogliente e misericordioso verso gli uomini. Umile di cuore indica il suo atteggiamento ubbidiente alla volontà del Padre. 
Gesù non è un maestro autoritario. Egli non impone agli altri i pesi che prima non ha portato lui. Il giogo è "suo" perché l'ha portato lui per primo ed è "leggero" perché non contiene ordini assurdi e impossibili. Lo ricordava Pietro nell'assemblea degli apostoli e degli anziani a Gerusalemme: "Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri né noi siamo stati in grado di portare? Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati..." (At 15,10-11). 
E la prima lettera di Giovanni ci assicura: " I suoi comandamenti non sono gravosi " (1Gv 5,3).
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martedì 15 luglio 2014

Preghiera della sera/36

3-set-2011
Gioia di tutti gli afflitti, avvocato di chi subisce ingiustizie e persecuzioni, di chi è imprigionato, bastone dei ciechi, città di rifugio e terra d'asilo, noi ti invochiamo, noi ti imploriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime. 
Madre, tu che sei stata colmata di gioia nel mattino di Pasqua, aiutaci a celebrare la vittoria del tuo Figlio nelle sofferenze e nelle privazioni, in tutto ciò che i suoi servi devono sopportare a causa del suo bel nome.
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Preghiera della sera/35

1-set-2011 
Signore, tu ci hai fatto a tua immagine e somiglianza. 
In questa notte che sta per giungere, non lasciare che soccombiamo alle tenebre del peccato e della morte; sollevaci come hai fatto con Pietro; la tua grazia ci inondi, la tua dignità ci avvolga, la tua umiltà e la tua misericordia ci pervadano nel sonno. 
Fa' che arriviamo nella gioia fino al tuo mattino eterno, fino al giorno eterno in cui canteremo senza fine la lode del tuo nome santissimo.
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Atti 20:28-31

28 Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue. 
29 Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; 
30 e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli. 
31 Perciò vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime.
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Preghiera del mattino 15/VII/2014

Signore, fammi riconoscere l'impronta della tua gloria sul cammino della mia vita. 
Fammi riconoscere i segni del tuo amore in tutto ciò che mi capita. 
Non lasciare che la mia fiducia si indebolisca, ma fammi diventare luce di speranza per tutti quelli che ti cercano.
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Preghiera della sera/34

8-set-2011 
Dio di Davide, hai mandato Samuele a Betlemme di Efrata per ungere Davide, figlio di lesse, affinché fosse il nuovo re di Israele. 
Davide governò il tuo popolo con saggezza e ne fece una grande nazione. 
Quando il tuo popolo era oppresso, hai mandato Gesù, il tuo Unto, il tuo Figlio Unigenito, nato da Maria. 
Egli insegnò al popolo le tue vie e regnò come re dalla croce. 
Guidaci nel seguire il nostro Re e conservaci fedeli a lui, che vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
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Preghiera della sera/33

30-ago-2011 
"Taci, esci da costui!". 
Quando è ormai giunto il momento della lotta, il dialogo non conta più, il certame oratorio con il diavolo, come sul monte della tentazione, è ormai superato. 
La guerra è apertamente dichiarata e tu, Signore, la porterai avanti fino a quando vedrai Satana cadere dal cielo come una stella, fino a quando potrai dire: "Tutto è compiuto", fino a quando tu ci rivelerai: "Nel mondo dovrete soffrire, ma fatevi coraggio poiché ho vinto il mondo". 
Noi viviamo in questa vittoria, di chi allora avremo paura?
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Commento al Vangelo 14-07-2014

Mt 10,34-11,1 
Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l'uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città. 

Gesù non è venuto a suscitare guerre fratricide, ma a portare un messaggio d'amore e di salvezza. Egli non ha mandato i suoi discepoli a portare la spada, ma la pace (Mt 5,9; 10,12-13), il perdono (Mt 6,14-15), la riconciliazione (Mt 5,23-26), la mitezza (Mt 5,39-42; 10,16) e l'amore dei nemici (Mt 5,43-48). 
Ma davanti a questo splendido messaggio di bontà gli uomini possono reagire in due modi: accogliendo o rifiutando il vangelo. Quelli che si oppongono in modo violento al vangelo e agli evangelizzatori producono la rottura e la divisione. E ciò può avvenire anche all'interno della stessa famiglia. 
Gesù è venuto a portare la spada del giudizio di Dio che separa il bene dal male, coloro che credono in lui da coloro che lo rifiutano. 
La parola di Dio è come una spada che penetra nell'intimo di ogni persona e la giudica mettendo in evidenza le sue vere intenzioni (Eb 4,12-13). Di fronte a questa scelta radicale, pro o contro Cristo, il discepolo deve essere disposto a prendere la croce della rottura con i familiari e a seguire Cristo. È questione di vita o di morte. E per avere la vita eterna bisogna essere disposti a perdere la vita temporale. Cristo è Dio che dev'essere amato più di ogni altra persona, perfino più di sé stessi. Il linguaggio di Gesù è comprensibile per chi crede che Dio risuscita i morti e dà la vita eterna a chi ha perduto la vita per causa di Cristo. 
La conclusione del discorso missionario non è rivolta ai missionari, ma a coloro che li accolgono. Chi accoglie i missionari accoglie Cristo e il Padre che li ha mandati. Accoglierli come profeti significa prima di tutto ascoltarli e accettare il messaggio che annunciano. 
Accoglierli come giusti significa non considerarli come semplici viandanti che chiedono ospitalità, ma come uomini di Dio. Accoglierli come piccoli significa considerarli deboli e bisognosi. 
È il Signore che li ha mandati senza soldi e senza mezzi (Mt 10,9-10): essi hanno affidato il problema del loro sostentamento alla provvidenza del Padre e all'accoglienza dei fratelli. E coloro che li accolgono devono preoccuparsi perché, se sono dei veri missionari, si accontenteranno di poco (un bicchiere d'acqua fresca), di quel minimo indispensabile per riprendere il viaggio e l'annuncio del regno di Dio. 
Nella conclusione del discorso, Matteo vuole mettere in evidenza che quanto ha scritto è il documento ufficiale della missione apostolica per tutti i discepoli di tutti i tempi. 
Padre Lino Pedron
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domenica 13 luglio 2014

Preghiera della sera/32

27-ago-2011 
Ti ringrazio, o Padre pieno di misericordia, per tutte le grazie che sono diventate parte di me oggi. 
Ti supplico di concedermi la tua misericordia. 
La imploro per tutte le offese e le infedeltà. 
Permettimi di porre riparo domani ai torti e alle omissioni commessi nei confronti dei miei fratelli e delle mie sorelle. 
La tua grazia mi custodisca. Amen.
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Preghiera della sera/31

15-set-2011 
Dio del dolore, non hai allontanato l'agonia del Figlio tuo mentre era appeso alla croce. 
Non hai neanche evitato il dolore alla Madre sua durante la sua vita. Bevendo profondamente al calice della sofferenza, Gesù e Maria hanno imparato ad essere obbedienti alla tua parola. 
Insegnaci la stessa obbedienza attraverso il dolore. 
Aiutaci a conoscere la tua volontà, ad abbracciarla, e a compierla nella nostra vita. 
Te lo chiediamo per il Figlio tuo, Gesù Cristo, che vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
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Commento al Vangelo 13-07-2014 15^ dom. t.ord.

Dal Vangelo secondo Matteo (13, 1-23) 
1 Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2 Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». 10 Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 11 Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12 Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13 Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 14 Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice: Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. 15 Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca! 16 Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. 17 In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono! 18 Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19 Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20 Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, 21 ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22 Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23 Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno». 

COMMENTO AL VANGELO - P. LINO PEDRON 
Questa parabola viene raccontata da Gesù dopo aver subìto il rifiuto dei suoi contemporanei. Egli ha annunciato il regno di Dio, l’intervento di Dio in favore del suo popolo, ed è stato contestato. Proclamando questa parabola ci insegna che, nonostante l’apparente insuccesso della sua missione, ci sono anche coloro che l’hanno riconosciuto e accolto: i piccoli, i peccatori, i discepoli. Gesù ha rivoluzionato i criteri della predicazione corrente (farisaica) comunicando il messaggio di Dio a ogni sorta di persone. Non si è rivolto solo ai "buoni" o ai "migliori" (il terreno buono del v. 8), ma a tutti. 
La sua missione non è stata coronata da successi immediati, ma non si è arreso davanti alle delusioni; ha sempre continuato a sperare e a portare avanti la sua opera. Il seminatore Gesù ha pensato di avere sempre davanti a sé un terreno buono, altrimenti non vi avrebbe sparso il seme. Egli ha creduto che anche gli abitanti di Ninive e gli stessi abitanti di Sodoma e di Gomorra avrebbero potuto cogliere con profitto la parola di salvezza (Mt 11,23-24; 12,41), per questo non l’ha rifiutata a nessuno e l’ha offerta a tutti. Egli che è stato chiamato l’amico dei peccatori (Mt 11,19) e che vede i pubblicani e le prostitute al primo posto nel regno dei cieli (Mt 21,31-32), ha dimostrato che anche il terreno più infruttuoso può diventare buono. 
La parabola annuncia una legge che sottostà alla nuova economia della salvezza: il successo nasce dall’insuccesso, la croce è garanzia di risurrezione. Ogni pagina del vangelo può essere letta in due dimensioni: la situazione originaria del tempo di Gesù e la sua attualizzazione nel tempo della Chiesa. L’insegnamento della parabola del seminatore, secondo la situazione originaria del tempo di Gesù, non riguarda anzitutto gli ascoltatori, ma i predicatori. La parabola attira l’attenzione sul lavoro del seminatore, un lavoro abbondante, senza misura, senza distinzioni, che in un primo momento sembra inutile, infruttuoso, sprecato. 
Ma il fallimento è solo apparente: nel regno di Dio non c’è lavoro inutile, non c’è spreco. Il lavoro della semina non deve essere calcolato: bisogna seminare senza risparmio e senza distinzioni. 
Noi non sappiamo quali terreni daranno frutto: per questo non possiamo anticipare il giudizio di Dio. La frase finale: " Chi ha orecchi, intenda " è un grido di risveglio. È un avvertimento e un comando a non perdere il significato della parabola e le sue conseguenze nella vita dell’ascoltatore. 
Matteo non ci trasmette solo la parabola, ma ci offre anche un’attualizzazione che trasforma la parabola indirizzata ai predicatori in una catechesi per i convertiti. La spiegazione si rivolge ai fedeli e insiste sulla necessità delle disposizioni interiori perché la Parola ascoltata sia capita e porti frutto. Le disposizioni più importanti sono l’apertura e la sensibilità ai valori del regno di Dio, il coraggio di fronte alle persecuzioni, la costanza o perseveranza, la resistenza allo spirito maligno e la libertà interiore. Il mistero del comprendere o del non comprendere (v. 11) ha un riferimento a Dio. 
I misteri sono conoscibili solo con l’aiuto di una particolare luce che viene da Dio. Ci si può chiedere in che rapporto stiano tra loro, secondo Matteo, il credere e il conoscere. Per Matteo la fede è principalmente fiducia riposta interamente nella persona di Gesù. La conoscenza si fonda sulla fede e viene concessa alla fede. Non è la prima volta che nella storia della salvezza si verificano insuccessi come quelli di Gesù. Sembra anzi il destino di tutti i profeti. 
Gesù ha scelto il linguaggio in parabole perché il popolo d’Israele non ha voluto "vedere e ascoltare" quanto Gesù aveva annunciato e proposto loro in termini semplici e chiari. I discepoli, invece, sono chiamati a conoscere in pienezza "i misteri del regno di Dio", cioè il piano che Dio ha sull’umanità, rivelato da Gesù stesso attraverso le sue parabole. La constatazione "a chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha" (v. 12; cf. Mt 25,29) descrive la dinamica paradossale della rivelazione: i discepoli, proprio perché seguono Gesù, possono giungere a una conoscenza sempre più profonda di essa; le folle, al contrario, non avendo preso una decisione favorevole nei suoi confronti, si allontanano sempre più dalla logica del Regno. 
La seconda parte della risposta di Gesù indica la vera e propria motivazione del suo parlare in parabole (v. 13). Questo linguaggio mette in evidenza l’atteggiamento della folla che, pur vedendo e ascoltando, non riesce a comprendere. Si tratta di un discernimento che la folla non riesce a fare, proprio perché non ha deciso di mettersi al seguito di Gesù. Essa non capisce Gesù e di conseguenza non capisce il suo linguaggio. 
Lo scandalo del rifiuto del Messia rientra nel progetto di Dio attestato dalle Scritture. Mentre di solito Matteo inserisce i testi biblici per offrire al lettore una conferma e un commento, in questo passo pone sulle labbra di Gesù il testo di Isaia. Proprio l’introduzione attraverso il verbo "compiere" (anapleroo) mostra come l’incomprensione della folla porta a compimento la parola di Dio. Nella terza parte della risposta (v. 16) Gesù evidenzia il privilegio dei discepoli. A differenza della folla, essi possono "vedere e ascoltare". 
La motivazione della loro felicità viene preceduta dall’espressione "in verità vi dico" con la quale Gesù garantisce la certezza della sua affermazione. Egli colloca i suoi discepoli al vertice di una storia di promesse, i cui destinatari distribuiti in due categorie: "i profeti e i giusti" (v. 17). Questa espressione associa coloro che hanno annunciato la volontà di Dio, i profeti, e coloro che l’hanno attuata, i giusti (cfr Mt 10,41; 23,29). Questi sono i rappresentanti della storia biblica. 
I discepoli sono beati perché possono conoscere il piano di Dio, che ora viene manifestato da Gesù. Sono essi, e non la sinagoga, la continuazione del vero Israele. Gesù che ha dichiarato "beati" i discepoli perché hanno l’opportunità di "vedere e di "sentire" (Mt 13,16-17), ora precisa che la loro condizione dipende da lui stesso. Egli infatti spiega loro la parabola. La prima situazione di rifiuto (v. 19) presenta il caso di chi ascolta la parola ma non la comprende. Il comprendere non è solo il capire, ma l’accogliere in sé, la comprensione profonda e spirituale (Mt 13,51; 16,12; 17,13) perché egli stesso la spiega loro (Mt 13,18.36; 15,17; 17,11-12).
Nel secondo caso (vv. 20-21) la parola viene ascoltata e recepita con gioia. La fase critica è prodotta dall’instabilità dell’accoglienza, descritta attraverso l’immagine della pianta che non riesce ad avere radici. L’insuccesso è causato dalle esperienze di tribolazione (Mt 24,9.21.29) e persecuzione, che sono momenti inevitabili di verifica nel cammino della fede (cf. Mt 8,23-28). La terza situazione negativa (v. 22) è provocata dalle preoccupazioni materiali di ogni tipo. 
La ricchezza non è un male in sé, ma l’inquietudine che essa inevitabilmente genera, relativizza l’unico valore primario ed essenziale: l’accoglienza della parola del Regno. Il discepolo infatti si distingue per la libertà nei confronti dei beni materiali (Mt 6,25-34) che, se sopravvalutati, diventano un impedimento nel seguire Gesù (Mt 19-16-30). L’accoglienza positiva della parola è sottolineata con l’espressione "fare frutto". L’immagine del frutto viene usata spesso per descrivere la fede viva e perseverante (Mt 7,16-20; 13,33; 21, 19.34.41.43). 
La perdita nei tre terreni infruttuosi viene largamente ricompensata dal successo della resa del terreno buono.
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sabato 12 luglio 2014

Preghiera della sera/30

25-ago-2011 
Signore, mentre il giorno cade, io mi raccolgo in te e ti chiedo: "Quando verrai?". 
Tu ci hai detto: "Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà". 
Queste parole accendono un grande desiderio nel mio animo. 
Aspetto il tuo grande sabato; a volte tendo con tutto quanto il mio essere verso la tua venuta nella gloria. 
Perché tardi? La conoscenza della mia miseria e la consapevolezza della tua misericordia si mescolano e fecondano un mondo di luce. 
Di chi potrò avere paura, dal momento che tu mi ami infinitamente? 
Voglio continuare ad essere rivolto verso la tua venuta, che è ancora più sicura dello spuntare del giorno dopo la notte. 
Mio desiderio è che tu, osservandomi nel sonno, possa dire di me: "Dorme, ma il suo cuore veglia".
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Preghiera del mattino 12/VII/2014

Buon Dio, comincio questa giornata con fiducia, perché tu sei qui, perché tu hai promesso di essere con me. 
Ma io la comincio anche con tanti dubbi. 
Sii vicino a me quando sentirò pesare su di me le esigenze di questo giorno. 
Ti prego oggi per tutti coloro che iniziano la giornata nella paura e nell'angoscia. 
Ti prego per i malati, i solitari, le tante vittime dell'ingiustizia e della violenza, per tutti coloro che sono costretti a vivere nell'insoddisfazione o nell'insicurezza. 
Sii anche con loro. 
Fa' sentire loro la tua presenza. 
Fa' vedere loro i segni della tua presenza e della solidarietà umana. 
E fa' che io non smetta di aspirare ad un mondo di giustizia, e di lavorare per essa.
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venerdì 11 luglio 2014

Preghiera della sera/29

23-ago-2011 
Signore, tu ci metti alla prova, anima e corpo, scruti i nostri cuori e i nostri reni. 
Io mi offro al tuo sguardo che vede tutta la mia vita con misericordia. Purifica il fondo del mio cuore da ogni cupidigia ed intemperanza, in modo che io ami con misura, giustizia e compassione. 
Non pronunciare per me le parole con cui hai condannato gli scribi e i farisei ipocriti: "Guai a voi...". 
Io ti dono il mio cuore, che tu stesso hai plasmato, in un'offerta che vorrei ti fosse gradita. 
Rendilo puro e pieno di carità, vieni a costruirvi la tua dimora.
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Preghiera della sera/28

4-set-2011 
Signore, un altro giorno e' passato con Te e per Te. 
A volte ti sento lontano e le croci mi sembrano insormontabili, poi chiudo gli occhi e penso a tutte le volte che mi hai fatto trovare la strada e le persone giuste. 
Sono sicuro che tu ci sorridi anche quando soffriamo e ci disperiamo per le nostre piccolissime croci. 
Perdonaci Signore perché tante sono le nostre preghiere ma poca e' la nostra fede.
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Commento al Vangelo 11-07-2014

Dal Vangelo secondo Matteo (19, 27-29)
In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna». 

COMMENTO AL VANGELO - P. LINO PEDRON 
Il tale di cui parla questo brano del vangelo aveva chiesto a Gesù che cosa doveva "fare" per "avere" la vita eterna (v. 16); nella sua risposta ai discepoli, Gesù rovescia la prospettiva: bisogna "lasciare" per "avere" (v. 29). 
Questa impossibilità di farsi piccoli per entrare nel Regno è sottolineata da Gesù (vv. 23-24) e ripresa dai discepoli costernati: "Chi si potrà dunque salvare?" (v. 25). Gesù insiste: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile" (v. 26; cf. Gen 18,14; Gb 42,2; Zc 8,6). 
Il Regno non è un bene che si guadagna o si possiede; bisogna riceverlo come dono da Dio. Siamo nel cuore della Rivelazione del Regno e della scelta che richiede (cf. Mt 16,23): o si muore a se stessi per ricevere tutto da Dio o si rende impossibile in noi la venuta del regno dei cieli. 
L’uomo, ricco o povero, non può salvare se stesso, ma deve accogliere la salvezza come dono di Dio. 
Pietro pone la domanda circa la ricompensa riservata a coloro che seguono Cristo. Egli non chiede solo per sé, ma per tutti. 
La domanda è umanamente comprensibile, ma insensata, perché non tiene conto che la ricompensa divina è sempre grazia. 
Il seguire Gesù conduce alla partecipazione della sua gloria in paradiso. Con la domanda di Pietro, Matteo prepara la parabola che segue (Mt 20,1-16). Lutero, commentando questo brano in una predica del 1517, diceva: "Senza la rinuncia alle cose, non si ottiene nulla"
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giovedì 10 luglio 2014

Preghiera della sera/27

11-ott-2011 
Io giudico e condanno, schernisco e derido gli altri, mi adiro e offendo, medito vendette, svelo difetti e segreti altrui. 
Riscattiamo tutto il male con la bontà. 
L'amore non conosce ostacoli; è il maestro migliore. 
(Giovani lituani deportati in Siberia, 1953)
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Preghiera della sera/26

21-gen-2012 
Il giorno sta per concludersi e noi approfittiamo di questo momento per renderti grazie per i doni che abbiamo ricevuto in questa giornata. 
Oggi abbiamo imparato che seguire Gesù vuol dire apprezzare quello che il mondo disprezza e questo suscita a volte dell'odio, delle critiche e anche delle persecuzioni. 
Concedici la forza per i momenti difficili che incontriamo e fa' che il nostro spirito non si allontani dal tuo. 
Fa' che reagiamo di fronte all'inerzia e al peccato per vivere nella felicità di coloro che ti seguono.
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Commento al Vangelo 10-07-2014

Dal Vangelo secondo Matteo (10, 7-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Andate, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sodoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città”. 

COMMENTO AL VANGELO - P. LINO PEDRON 
La predicazione degli apostoli riprende e continua l'annuncio del regno dei cieli fatto da Gesù (4,17) e dal Battista (3,2). Tale annuncio viene fatto con la parola (v.7), con le azioni di bene (v.8a) e con la testimonianza della vita (vv.8a-10). La testimonianza della vita consiste nella gratuità. Gli inviati di Dio non lavorano per il proprio onore, né per la propria grandezza, né per il proprio arricchimento. 
Il disinteresse è certamente la prova più grande della bontà della causa che essi promuovono (1Cor 9,18; At 20,33; 1Tm 3,8; ecc.). Gli annunciatori del vangelo non devono chiedere nulla e non devono prendere nulla per il viaggio. La motivazione è questa: il regno dei cieli viene annunciato ai poveri e appartiene ai poveri (Mt 5,3) e quindi può essere annunciato in modo credibile solo da coloro che dimostrano di averlo già accolto nella propria vita diventando poveri. 
Gesù è povero (Mt 8,20). La povertà e il distacco dalle preoccupazioni materiali è la dimostrazione che si è capito e accettato il vangelo della paternità di Dio (Mt 6,32-33). Il missionario deve presentarsi agli uomini spoglio e umile come è richiesto a chi vuol annunciare in modo coerente i contenuti del discorso della montagna. Dovunque l'apostolo arriverà, dovrà farsi indicare qualche persona degna presso la quale prendere alloggio (v.11), cioè un luogo che non susciti pettegolezzi che nuocerebbero alla predicazione o la renderebbero vana. La missione comincia con l'augurio della pace. Nel linguaggio dell'Antico Testamento la pace è sinonimo di benessere materiale e spirituale; nel Nuovo Testamento significa la salvezza portata dal Cristo, anzi, Cristo stesso (Ef 2,14). 
L'eventuale rifiuto dell'annunciatore e delle sue parole non deve scoraggiare l'apostolo né arrestare l'azione missionaria: egli andrà altrove a portare il dono della salvezza. Il gesto di scuotere la polvere dai piedi non è una maledizione: è un segno di distacco e di protesta. Era il gesto che ogni israelita compiva rientrando in Palestina da un luogo pagano, come gesto di totale separazione. Siccome gli inviati stanno recando il vangelo in terra d'Israele, questo gesto significa che le città e i villaggi d'Israele che rifiutano gli apostoli di Gesù vanno ritenuti come territorio di pagani, esclusi dalla comunione di salvezza col popolo di Dio. 
Quando l'apostolo ha compiuto la sua missione in un luogo, non deve fermarsi: non ha tempo da perdere. Il tempo è così poco e l'annuncio così importante che l'apostolo deve andare speditamente per le città e i villaggi, come faceva Gesù (Mt 9,35). 
Luca riporta anche il comando di Gesù: "Non salutate nessuno lungo la strada" (10,4) proprio per sottolineare l'urgenza della missione (cfr 2Re 4,29). Il compito del missionario è di presentare l'annuncio chiaro e convincente, e poi affidarlo alla libertà e alla responsabilità degli ascoltatori. 
Le città di Sodoma e Gomorra sono il simbolo della violazione dei sacri doveri dell'ospitalità (Gen 19,8). Le città che non ospiteranno gli inviati di Cristo saranno trattate più duramente di Sodoma e di Gomorra nel giorno del giudizio.
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mercoledì 9 luglio 2014

Preghiera mattutina-4

19-lug-2012 
Tu ci hai dato il tuo comandamento, Signore, quello che impegna gli uomini uno verso l'altro. 
Tu sei diventato il nostro punto di riferimento, affinché noi siamo sicuri del modo in cui questo comandamento deve essere vissuto. 
Tu hai dato a tutti gli uomini diritti e dignità. 
Tu non hai evitato le cose scomode; non hai respinto quelli che prendono di più di quello che danno. 
Tu incoraggi quelli che sono inquieti, reputi le persone dipendenti capaci di essere libere. 
Permettimi oggi di trattare gli uomini come hai fatto tu; fammi vivere e restituire la gioia e la libertà che ci offri.
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Preghiera mattutina-3

1-set-2012
O Dio Padre nostro, per mezzo di tuo figlio Gesù Cristo tu hai dato la salvezza al mondo. 
Fa' che io riconosca il bene che, oggi, si trova davanti a me come un compito da portare a termine. 
La luce dello Spirito Santo mi permetta di essere vigile, al servizio del tuo amore, tu che vivi e regni nei secoli.
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Commento al Vangelo 9-07-2014

+ Dal Vangelo secondo Matteo (10, 1-7)
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino». 

COMMENTO AL VANGELO - P. LINO PEDRON 
Il numero dodici ricorda i dodici patriarchi delle tribù d’Israele e quindi ci presenta i dodici discepoli come i capostipiti spirituali del popolo di Dio che Gesù sta per ricostituire. 
La principale fisionomia dei dodici è quella di essere i continuatori dell’opera di Gesù, quasi il prolungamento della sua persona. Il gruppo radunato da Gesù non sembra molto omogeneo e comprende anche il traditore Giuda. 
Nella loro identità e nella loro missione ogni cristiano deve scoprire il senso della propria vocazione. 
Il potere conferito ai dodici discepoli è quello di cacciare i demoni e guarire tutte le malattie, quindi di eliminare ogni sofferenza umana. Dobbiamo però ricordare con forza che in 10,7-8 il comando di predicare il vangelo del regno di Dio precede nell'ordine tutti gli altri e li supera per importanza. 
Nel capitolo precedente le folle "erano stanche e sfinite come pecore senza pastore" (9,36). Ora Gesù dice che sono "pecore perdute" cioè disperse, fuori dall’ovile. E’ volontà del Padre che il vangelo del regno dei cieli sia annunziato prima al popolo d’Israele. 
La delimitazione dell’ambito in cui vengono mandati i dodici è quella stessa del Cristo, inviato esclusivamente a Israele (Mt 15,21-28). Solo con la sua risurrezione Gesù riceve dal Padre il potere illimitato in cielo e in terra e quindi dà l’avvio definitivo alla missione universale dei suoi discepoli (Mt 28,18-20).
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martedì 8 luglio 2014

Preghiera mattutina-2

20-06-2012 
Mio Dio, fa' che la mia vita interiore sia veramente interiore, in modo da nutrire efficacemente la mia vita esteriore, e che sia serbato il segreto dei nostri scambi affinché i rapporti con i miei fratelli guadagnino in profondità. 
Che io non cerchi la preghiera se non per parlarti ed ascoltarti; il digiuno se non per offrirti la mia fame di te, e l'elemosina se non per raggiungere te nei poveri. 
Come un profumo evapora quando il suo flacone è aperto, così la densità della vita interiore scompare quando essa si trova esposta agli sguardi.
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Preghiera mattutina-1

10-04-2012
Io ti cerco, Signore, come Maria ti ha cercato al levarsi del giorno, quando il mondo era ancora nelle tenebre. 
Io vorrei vederti, sentirti e tenerti, essere sicuro della tua presenza. 
Vorrei sentirti che mi chiami con il mio nome e capire la mia missione quando mi mandi verso i miei fratelli e sorelle. 
Vieni verso di me affinché io possa trovarti e riconoscere i segni attraverso i quali tu ti manifesti a me - oggi.
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Commento al Vangelo 8-07-2014

Dal Vangelo secondo Matteo (9, 32-38)
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. Scacciato il demonio, quel muto cominciò a parlare e la folla presa da stupore diceva: “Non si è mai vista una cosa simile in Israele!”. Ma i farisei dicevano: “Egli scaccia i demoni per opera del principe dei demoni”. Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!”. 

COMMENTO AL VANGELO - P. LINO PEDRON 
Secondo le credenze antiche la malattia era sempre provocata da un demonio. La guarigione quindi avviene con la cacciata del demonio. Al miracolo operato da Gesù seguono subito due opposte reazioni: la gente è presa dallo stupore, i farisei accusano Gesù di "scacciare i demoni per opera del principe dei demoni". 
Il contrasto tra Gesù e i suoi oppositori si fa sempre più grande. 
La loro perfidia è palese: stravolgono perfino il significato dei suoi miracoli. In 12,32, per questa accusa contro Gesù, viene loro attribuito un peccato imperdonabile. La reazione adeguata ai miracoli di Gesù è la fede. La meraviglia e lo stupore sono, tuttavia, una reazione spontanea nella giusta direzione di chi sa accogliere almeno un aspetto dell'attività prodigiosa di Gesù. 
Nel v. 35 Matteo introduce il secondo dei suoi cinque discorsi, quello missionario, dandoci una sintesi dell'attività di Gesù per insegnarci che la missione dei discepoli sarà la continuazione di quella del Maestro. Lo slancio della missione di Gesù e dei discepoli nasce dal vedere le folle "stanche e sfinite come pecore senza pastore" e la messe abbondante a cui fa riscontro la scarsità degli operai. 
L'attività di Gesù che "andava per tutte le città e i villaggi" per raggiungere tutti e salvare tutti è l'esempio che i discepoli inviati in missione devono tenere sempre davanti agli occhi. La missione di Gesù viene riassunta nei tre verbi insegnare, predicare e curare. 
Tale sarà anche l'attività dei missionari che egli sta per mandare "alle pecore perdute della casa d'Israele". L'immagine del gregge senza pastore è molto conosciuta nell'Antico Testamento (Nm 27,17; Zc 13,7; Ez 34). Gesù rivolge l'accusa ai pastori d'Israele del suo tempo (Mt 11,28). Egli intende essere il buon pastore del suo popolo (Gv 10), e i suoi discepoli dovranno continuare la sua opera con dedizione e amore gratuito (Mt 10,8; 1Pt 5,1-4). 
Come Giosuè prese il posto di Mosè "affinché la comunità del Signore non fosse come un gregge senza pastore" (Nm 27,17), così gli apostoli continueranno la missione di Gesù buon pastore. I discepoli ricevono il duplice comandamento di pregare il padrone della messe e di andare a lavorare nella messe (Mt 9,38; 10,5; cfr Lc 10,2-3). 
La preghiera è adesione al piano di salvezza di Dio e presa di coscienza della chiamata a collaborare responsabilmente per la sua realizzazione.
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Preghiera del mattino 8/VII/2014

Mio Dio, quando leggo e sento che tu hai bisogno di braccianti per la tua messe, comincio a lamentare che vi sono troppo pochi preti. 
Lamento che molti di loro non siano veramente come penso che tu desideri. 
E tu hai bisogno di braccianti per il tuo raccolto. Forse avresti bisogno di me, forse dovrei rendermi utile a te qui dove vivo, dove lavoro, dove passo il mio tempo. 
Lavorare al tuo raccolto e annunciare agli uomini il Vangelo del tuo amore: ecco cosa voglio cercare di fare oggi. 
Mio Dio, fammi sentire il tuo sostegno. 
Amen.
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lunedì 7 luglio 2014

Commento al Vangelo 7-07-2014

Dal Vangelo secondo Matteo (9, 18-26)
In quel tempo, mentre Gesù parlava, giunse uno dei capi che gli si prostrò innanzi e gli disse: “Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano sopra di lei ed essa vivrà”. Alzatosi, Gesù lo seguiva con i suoi discepoli. Ed ecco una donna, che soffriva d'emorragia da dodici anni, gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Pensava infatti: “Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita”. Gesù, voltatosi, la vide e disse: “Coraggio, figliola, la tua fede ti ha guarita”. E in quell'istante la donna guarì. Arrivato poi Gesù nella casa del capo e veduti i flautisti e la gente in agitazione, disse: “Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma dorme”. Quelli si misero a deriderlo. Ma dopo che fu cacciata via la gente egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E se ne sparse la fama in tutta quella regione. 

COMMENTO AL VANGELO - P. LINO PEDRON 
La fede del capo della sinagoga supera quella del centurione (Mt 8,10). Egli non chiede la guarigione della figlia, ma la sua risurrezione; ha la certezza che Gesù può darle di nuovo la vita. La fede è credere in Gesù anche quando si ha un morto in casa. Nella fede c'è una speranza che supera i confini della morte. Anche il comportamento della donna che soffriva di emorragia da dodici anni è espressione di fede. 
La fede è, anzitutto, credere che Gesù è capace di soccorrere. 
I miracoli sono sempre legati alla fede: essa ne è l'unica condizione. 
La fede è confessare la propria impotenza e proclamare la propria fiducia nella potenza di Dio. Il toccare il lembo del mantello è credere nella potenza di Gesù e sottoporsi alla sua protezione (cfr Zc 8,23). Le frange del mantello hanno un significato sacro perché servono a ricordare i comandamenti del Signore (Nm 15,37-40; 22,12). La mentalità popolare ha sempre ritenuto che gli oggetti che sono stati a contatto con un uomo di Dio abbiano degli effetti miracolosi. Le parole di Gesù: "Coraggio, figliola, la tua fede ti ha salvata" rivelano la delicatezza di Gesù che vuole mettere la donna a suo agio e togliere da lei ogni senso di colpa. Dobbiamo notare che non è il gesto di toccare il mantello di Gesù che dona la guarigione alla donna, ma la parola che Gesù le rivolge. 
Quando Gesù giunge alla casa del capo della sinagoga è già cominciato il lamento funebre. Questo strepito scomposto e spesso prezzolato è in assoluto contrasto con il modo di pensare e di agire di Gesù. L'affermazione di Gesù "la fanciulla non è morta, ma dorme" indica che per lui la morte è una condizione passeggera come il sonno dal quale ci si risveglia. La gente lo deride. 
Le cose come le vede Dio appaiono diverse da come le vediamo noi. Nella luce dello sguardo di Dio anche la morte cambia i suoi connotati. Gesù solleva la fanciulla prendendola per mano. E' la mano di Dio che soccorre e salva (Dt 6,21; 1Cr 29,12; Sap 11,17; ecc.). 
Il verbo greco eghérthe "si alzò" nel vangelo è il termine tecnico della risurrezione di Gesù (Mt 28,6.7). Con la risurrezione di questa ragazza Gesù si presenta come il Messia vincitore della morte, il Dio della risurrezione e della vita.
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